Tutta l’Italia pazza per Ceck. Le straordinarie gesta a Parigi del palermitano Marco Cecchinato hanno fatto il giro del mondo. Titoli in prima pagina su tutti principali quotidiani sportivi nazionali ed esteri dopo l’indimenticabile vittoria su Novak Djokovic ai quarti di finale. Il venticinquenne palermitano ha mosso i primi passi nel circuito professionistico passando anche dal prestigioso challenger di Caltanissetta, al quale ha partecipato ben 7 volte, due delle quali grazie ad una wild card concessa per il tabellone principale, dal comitato organizzatore presieduto da Michele Trobia e Giorgio Giordano che hanno sempre fortemente creduto in lui.
La prima partecipazione risale al 2010. Cecchinato prese parte al tabellone di qualificazioni, grazie ad una wild card. La sua avventura è terminata al secondo turno.
Nel 2011, sempre nelle qualificazioni, fu sconfitto al terzo e ultimo turno, quindi proprio ad un passo dal main draw.
Il primo invito per il tabellone principale gli fu concesso nel 2012, quando a batterlo al primo turno è stato il veneto Matteo Viola. Un aspetto curioso è legato al fatto che a prendere parte al torneo in quell’edizione è stato anche il marchigiano Simone Vagnozzi, il suo attuale coach, nonché uno dei principali artefici dell’incredibile 2018 del siciliano.
L’anno successivo, sempre grazie ad una wild card, si spinse fino ai quarti di finale.
Nel 2014 invece, ottavi di finale. Edizione vinta dallo spagnolo Pablo Carreno Busta, sconfitto proprio da Marco al terzo turno del suo incredibile Roland Garros.
Il 2015, costituisce l’anno della miglior performance a Villa Amedeo del tennista palermitano, superato in semifinale al terzo set dallo statunitense Fratangelo.
Infine, lo scorso anno, Cecchinato è giunto ai quarti di finale, dopo aver battuto al secondo turno il russo Andrej Rublev, uno dei tantissimi atleti passati dai campi di Villa Amedeo e che adesso stazionano nei top 30 del ranking mondiale, proprio come il “ceck”. Un piccola percentuale di merito va anche al presidente del sodalizio nisseno e al direttore del torneo, che gli hanno permesso nel 2012 e nel 2013 di muovere i primi passi nel tennis che conta, con due inviti per il main draw. (di Giuseppe Urso)