Intervista a Davide Sanguinetti, giocatore nel Torneo Future 2008

Ho avuto il piacere di intervistare Davide Sanguinetti, grande talento e uno degli ultimi gentleman del tennis di oggi.

Profilo del tennista Davide Sanguinetti, giocatore nel Torneo Future 2008

  • Nazionalità: italiana
  • Data di nascita: 25/08/1972
  • Residenza: Montecarlo
  • Altezza e peso: m. 1,87 Kg 79
  • Gioca: destrorso
  • Classifica migliore: n. 42
  • Superficie preferita: veloce
  • Ha iniziato a giocare a: 4 anni
  • Curiosità varie: Ha vinto l’atp di Milano battendo in finale Federer
Davide Sanguinetti, giocatore professionista di tennis che ha partecipato al Torneo Internazionale Future 2008

Davide Sanguinetti, giocatore professionista di tennis che ha partecipato al Torneo Internazionale Future 2008

 

  • D- Quale vittoria ricordi con maggiore soddisfazione?

R- Sicuramente Milano nel 2002, torneo di grande tradizione dove ho battuto in finale un Roger Federer in grande ascesa per diventare il numero 1 del mondo. E poi, anche il Torneo di Delray Beach dove ho battuto in finale Andy Roddick.

  • D- Hai perso in finale con il grande Agassi nel torneo di San Josè come ti trovavi a giocare contro di lui?

R- Male perché giocare contro Agassi è come giocare contro un muro di gomma la palla torna sempre più rapida e fai il “tergicristallo” con lui, quasi, immobile piantato sopra la riga di fondo ad anticipare ogni colpo, un vero incubo.

  • D- Il tuo idolo tennistico e’ il grande Mecir, detto Gattone per il suo atteggiamento sornione, a cui tennisticamente somigli molto cosa ne pensi?

R- Si è il mio idolo e come caratteristiche di gioco gli somiglio ma, non ho raggiunto le vittorie di Mecir e neanche la posizione in classifica, lui e’ stato n. 8 del mondo. Qualche anno fa ho vinto un Challenger a Bratislava e ho avuto l’onore di essere premiato da Miloslav Mecir in persona, un’ emozione grandissima e indimenticabile.

  • D- Tu sei laureato in Economia negli Stati Uniti ma ne parli sempre con rammarico perché?

R- Non mi pento di essermi laureato, anzi, ma questo mi ha fatto entrare abbastanza tardi nel circuito professionistico attorno ai 21 anni e ho perso tre anni importanti per la maturazione finale di un tennista.

  • D- Un consiglio per i giovani tennisti.

R- Iniziare a giocare per divertirsi, se si ha il talento si emerge.

  • D- Il tennis italiano sta attraversando un momento positivo con quattro tennisti nei primi 50 cosa manca ancora e come incentiveresti il tennis in Italia?

R- Manca solo un giocatore nei primi 10 per dare forza al movimento tennistico e poi incentivare lo sport e il tennis, in particolare, nelle scuole le quali sono i bacini dove attingere nuove leve.

  • D- Hai deciso se continuare la tua carriera o smettere?

R- Io mi sento ancora di poter continuare, tutto dipende dall’unico infortunio serio che ho avuto in carriera, il quale mi ha tenuto fermo nell’ultimo anno e mezzo costringendomi a due interventi al ginocchio. Il problema sta nel vedere come reagisce il ginocchio e se non sento dolore, allora potrò continuare.

  • D- Cosa vorresti fare quando smetterai?

R- Spero di rimanere nel tennis, mi piacerebbe fare il capitano di Davis quando Corrado Barazzuti lascerà.

  • D- Ti vedresti come coach di qualche forte giocatore?

R- No, non mi sento più di viaggiare ogni settimana, sono stanco e nei prossimi anni voglio godermi la mia famiglia.

  • D- Ultima domanda d’obbligo, le tue impressioni sul Torneo di Caltanissetta.

R- Devo ringraziare tutti per l’accoglienza calorosa, il circolo è in un posto molto bello. L’organizzazione è molto professionale, pur mantenendo quell’aria familiare che ti fa sentire meno la nostalgia di casa.